Treviso, Ottobre 2019
Il tema dell’accesso al credito sta diventando un problema devastante sul mercato italiano, come sospettavo, nonostante molti miei colleghi stiano a minimizzare la dimensione del fenomeno.
Poi, leggo altre statistiche pubblicate in questi giorni dai giornali economici.
La disoccupazione in Italia è stimata (agosto 2019) al 9,9%.
Le statistiche sono una cosa che mi fanno sorridere.
Raramente trovo qualcosa di piu’ amaramente esilarante che leggere delle statistiche, specie se commentate dal “solone” di turno, politico o meno.
Ci si dimentica di enfatizzare un primato italiano.
Si stimano in 3,6 milioni quelli che eufemisticamente sono definiti “scoraggiati” e cioe’ persone che il lavoro non lo cercano nemmeno piu’.
Quando ero ragazzo ci spiegavano che esiste la disoccupazione “frizionale”, cioe’ quella dovuta al fatto che la gente non vuole lavorare.
Sta di fatto che siamo a una stima di milioni di persone che non producono reddito.
Quale volete che sia il loro stato e le difficoltà che riscontrano nell’accedere al credito?
Mentre pochi sbottano, dicendo cose tipo:
- “le banche sono usurai”, oppure
- “tanto le banche danno sempre i soldi agli stessi”, piuttosto che
- “il solo modo per avere soldi e’ conoscere uno nel consiglio di amministrazione” e ancora
- “l’unico modo per conquistare una banca e’ mettersi un passamontagna”,
migliaia di altri, zitti zitti, leggono, si informano, si documentano.
Ora, io comprendo i primi, persone comuni, commercialisti, consulenti, imprenditori, dipendenti amministrativi.
Queste persone hanno capito che oggi, per accedere al credito bancario, non bastano piu’ i mezzi del passato, e stanno studiando, perche’ vogliono fare carriera, acquisire piu’ clienti, o far crescere la propria azienda.
I primi, sono coloro che io definisco gli “scoraggiati” del credito.
Umanamente, li capisco. So benissimo cosa e’ successo a queste persone. Sono persone per bene, ingannate da cose che non funzionano piu’.
Mi rivolgo a chi è ancora indeciso sul “da che parte stare”, ovviamente essendo ormai scettico e sfiduciato.
Lo so benissimo cosa e’ successo: magari siete piccoli imprenditori e siete stufi dei convegni e dei seminari sul credito, per non dire del nuovissimo “accordo con la banca Y” che vi ha proposto la vostra associazione di categoria, perche’ avete toccato con mano che sono cose che non funzionano.
Siete dipendenti amministrativi di un’azienda privata e siete stufi di vedere consulenti che girano per la vostra azienda, perche’ l’imprenditore crede ancora alla favola dell’”uomo di relazione che conosce il megadirettore di banca”.
O siete colleghi commercialisti, e siete stanchi di partecipare a seminari solo per avere i crediti formativi, quando in realta’ vi accorgete che state solo perdendo tempo e denaro.
Di qui, il vostro sfogo, la vostra amarezza, i vostri commenti sfiduciati sulla possibilita’ di aver credito da una banca, per la vostra impresa o per il vostro cliente.
Consigli operativi.
Vi daro’ qualche mio modesto consiglio operativo:
- Primo: se ti arrendi, sei morto. Se cominci a pensare che le banche diano sempre i soldi ai soliti (che ovviamente non sei tu), che tanto sia solo un fatto di relazioni, di amicizie, di “inciuci”, e cosi’ via, allora ti stai rassegnando al fatto che le banche daranno i soldi all’impresa del tuo concorrente, o finanzieranno le imprese clienti di un altro studio. Perche’ le banche, mi spiace dirtelo, ogni giorno finanziano milioni di imprese. Quindi, cambia mentalita’.
- Secondo: e’ troppo comodo pensare che ci sia il trucchetto, la bacchetta magica, la scorciatoia. Se stai cercando qualcosa del genere, puoi anche smettere di leggere. Io non credo nelle scorciatoie, ma solo nella strada maestra. La strada maestra e’ fatta di fatica, di studio, di duro lavoro. Quindi, evita le scorciatoie, e rimboccati le maniche.
- Terzo: oggi chi non investe su se’ stesso, tutta la vita, chi si ferma, viene sorpassato dagli altri. Oggi conoscere come funziona una Centrale dei Rischi, quali cose legge di un bilancio una banca, o come si deve negoziare commercialmente con una banca e’ qualcosa che deve far parte del bagaglio di un imprenditore, di un dipendente amministrativo di un’azienda, di un commercialista, ma anche di molte altre persone che vogliono fare carriera, trovare o cambiare lavoro. Quindi, trova il tempo per documentarti.
- Quarto: la conoscenza e’ potere. Se sai su quali cose sei veramente giudicato, se sai come parlare in banca, se sai come si sceglie una banca, se sai quali sono le scelte finanziarie corrette, scoprirai che avrai piu’ forza nella negoziazione. La banca non e’ un tuo amico, lascia perdere il concetto di “amico di banca” o “amico che conosce la banca”. La banca e’ un fornitore, un tuo antagonista commerciale. Devi sapere come si negozia su questo mercato, quindi diventa un buon acquirente.
- Quinto: nella vita professionale, nulla succede per caso. Non e’ per caso che avete avuto successo nella vendita, nella carriera, nell’acquisizione di clienti. Avete studiato, avete faticato, avete lavorato. Come ti dedichi ogni giorno al tuo mercato di vendita, dedicati anche allo studio del mercato di acquisto di un bene essenziale in economia: il denaro. Lo so che non e’ facile, e che e’ molto piu’ comodo sentirsi sconfitto, dire “piove, governo ladro”, e pensare “tanto sono solo parole”. Non sono parole, sono numeri e regole di una materia che si chiama finanza aziendale. Sei una persona libera di decidere, nulla e’ scritto. Quindi, smettila di essere rassegnato, e comincia, finalmente, ad alzare la testa. Smettila, soprattutto, di chiedere con l’atteggiamento di quello con il cappello in mano. Lo so, e’ dura ottenere denaro da una banca (se non sai come fare).
Tu non stai affatto chiedendo un prestito: tu stai comprando denaro.
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